L'Italiano nella Madrid che cambia


Il contributo di ItalianoaMadrid per gli Stati Generali della Lingua Italiana nel Mondo, che si terranno a Firenze il 21 e 22 ottobre 2014

Gruppo 2: LE STRATEGIE DI PROMOZIONE LINGUISTICA PER LE DIVERSE AREE GEOGRAFICHE E PER PAESI PRIORITARI (Mediterraneo, Cina, USA, America Latina) 


Madrid, 25 giugno 2014

Gentili coordinatore, referenti, componenti del Gruppo 2,

scrivono due insegnanti di italiano LS/L2 da Madrid, Sara Lenzi e Matteo Ricci Ugatti.

Siamo due insegnanti privati, come ci definiscono qui “autonomi”, nel senso che lavoriamo in proprio con la nostra “partita IVA”. Stiamo cercando di farci conoscere sul territorio, su cui giá lavoriamo da qualche anno, stiamo cercando di creare la nostra piccola scuola di italiano per stranieri con sede sul web.

È un lavoro nel quale crediamo molto e per cui impieghiamo tutte le nostre forze; per questo abbiamo pensato di provare ad apportare il nostro contributo a questo nuovo progetto che ci sembra importante e necessario. Proveremo, in base alle nostre esperienze, ai nostri studi, ai nostri approfondimenti, ad esporre qualche idea, cercando di non perdere di vista le domande che proponete come spunti di riflessione.

Innanzitutto partiamo da un’analisi del territorio su cui lavoriamo. L’idea è quella di esporre punto per punto come si svolge il lavoro qui, in base alle abitudini locali, alle richieste che ci vengono fatte, agli interessi più o meno vivi, sicuri che ogni dato può esser utile alla luce di una ricerca di confronto culturale, di un esame accurato del lavoro ed eventualmente di un’esposizione di idee e approcci utilizzati in questi anni di lavoro. Inoltre, crediamo di presentare un punto di vista dell’insegnamento differente rispetto a quello delle istituzioni ufficiali presenti, quello degli insegnanti privati, che almeno qui, sono un gran numero e forse, nel mondo dell’insegnamento dell’italiano a stranieri, rimangono un po' nell’oscurità.

Viviamo a Madrid, quindi lavoriamo in città e dintorni, di conseguenza abbiamo a che fare quasi esclusivamente con spagnoli, anche se non mancano persone sud americane (a volte con antiche origini italiane, specie se sono argentine) e, in casi piú sporadici, portoghesi o casi di bilinguismo castigliano-francese, castigliano-inglese. Però possiamo dire che il 90% dei nostri alunni è spagnolo e raramente ha origini o parenti italiani o che semplicemente vivano in Italia.

La maggior parte degli alunni non si sposta da casa, è uso molto radicato qui ricevere l’insegnante in casa, questo vale per tutte le discipline insegnabili; non ci riferiamo ai casi di aziende o scuole, dove chiaramente dobbiamo andare a tenere le ore di lezione, ma ai moltissimi alunni privati che abbiamo avuto ed abbiamo; appare questo come un fattore culturale: è l’insegnante per lo più ad andare a casa dell’alunno. Anche quando si è ingaggiati da una scuola di lingue, si è sempre o quasi, mandati ai domicili degli alunni, difficilmente si organizzano corsi “tradizionali” nella sede della scuola.

Perchè si studia l’italiano in Spagna? A parte i casi di aziende italiane con sedi qui o altre che hanno filiali in Italia, o semplicemente commerciano con l’italia o devono trasferire i dipendenti, quali sono i motivi per cui si studia l’italiano, almeno in Spagna? Sono diversi. L’approccio alla nostra lingua può esser causato da cose semplici come il cibo, le ricette italiane ormai famose in tutto il mondo, perché si è seguito un divertente corso di cucina italiana e lo/la chef era italiano/a, o la musica, perché molti artisti italiani sono diventati famosi in Spagna e America Latina. Ma non solo. Anzi, forse a oggi, almeno qui, sono i motivi minori questi.

Tra i giovani studenti universitari c’è il sogno dell’Erasmus, di passare un anno in Italia; nella facoltá di Beni Culturali è fortemente consigliato lo studio dell’italiano; in alcuni licei e istituti superiori si è introdotto l’italiano come lingua da poter seguire all’ultimo anno e da portare agli esami di selezione per l’università, (l’italiano infatti è stato introdotto come lingua optabile in questi esami da non molto tempo, mentre prima si poteva scegliere solo tra inglese, francese e tedesco).

Ci si avvicina all’italiano e all’Italia per la moda, perchè l’eleganza e il modo di fare degli italiani affascina e incuriosice. Si fa un corso di italiano base, per poter fare un viaggio a Roma o in Toscana e poter comunicare con la gente, per capire qualcosa di più del posto che si visiterà e delle sue tradizioni.

Si studia italiano, spesso, per avere una lingua in più sul CV, convinti che sia la lingua in assoluto più facile da imparare per uno spagnolo, anche se a volte, per non dire sempre, questa aspettativa di estrema facilità viene disattesa! Motivo però non sufficiente per abandonare lo studio. Si studia per passione personale, per interesse dell’arte, per curiosità, per cultura; sì per cultura, perchè ancora oggi l’Italia, così come la sua lingua, almeno da fuori, è considerata un luogo di alta cultura, di elevatezza intellettuale.

Ci chiamano “primos italianos”, “cugini italiani”, convinti che le nostre culture siano pressoché identiche; si scopre poi con il tempo che lo sono molto meno di quanto si creda, ma che nella diversità sta proprio il bello, l’interessante, lo sfatare i luoghi comuni, il percepire quanto una nazione come l’Italia sia il mix di tante culture, tradizioni, modi di fare, di dire, di mangiare, di vivere la convivialità, ecc...

Il fatto che noi viviamo qui da tempo, che abbiamo amici spagnoli e che parliamo perfettamente il castigliano e siamo ben inseriti nella loro cultura, aiuta moltissimo nel confronto culturale, nel poter fare esempi, spiegare certe usanze o modi di dire, perché pur parlando sempre in italiano la forma mentis ci si è allargata e ci è più facile cogliere le loro perplessità, i loro dubbi, le loro esigenze, le loro debolezze nell’apprendimento di una lingua. Un esempio tra tanti: il loro modo di vivere lo studio, la scuola, l’apprendimento in generale è diverso dal nostro. Potremmo dire che è più rilassato, più pratico, a volte lievemente meno curioso, ma con una parola che raccoglie tutto, semplicemente differente.

Il fatto che mai, sin dalle scuole elementari, abbiano prove orali, né durante l’anno con le semplici interrogazioni, né alla fine dei cicli di studio per i quali non sono previsti esami, (fino a poco tempo fa non si scriveva nemmeno la tesi di fine corso di laurea – ora si scrive e si consegna, ma non si discute, si discute solo quella di dottorato o master), fa sì che spesso vi sia una forte timidezza nel parlare e una grossa discrepanza tra scritti e orale. È ovvio che non è legge universale e non vale per tutti in assoluto, ma in molti casi questo dato si fa notare. Così cerchiamo di concentrarci molto sull’aspetto orale, creando lezioni ad hoc, esercizi e/o giochi atti a rompere il ghiaccio, dove si riesca a far applicare ciò che si è studiato con un aspetto più ludico che aiuti a sciogliersi chi non è abituato a parlare quasi mai in ambiente “scolastico”.

Come si diceva, gli interessi che spingono a studiare la nostra lingua sono vari, e c’è da dire che, anche se non c’è una richiesta come può esser per la lingua inglese, la gratificazione che riceviamo è davvero tanta, perché qualsiasi sia l’origine dell’interesse o lo scopo finale, l’approccio è sempre molto allegro, mai visto come un dovere, e durante l’iter quasi sempre si scatena una vera passione verso tutto ciò che riguarda l’italianità! Chiaramente agli interessi di ciascuno o di una classe si devono coniugare un programma da seguire, degli obiettivi di fine corso, delle piccole prove di verifica e delle lezioni ad hoc a seconda che si tratti di un gruppo di futuri Erasmus, di un’appassionata d’arte, di un avvocato o del manager di una multinazionale.

Per questo abbiamo cercato di specializzarci su alcuni campi grazie agli studi universitari da noi condotti in passato e tutt’oggi, a corsi di formazione, come l’aver seguito il corso Ditals dell’Universitá per Stranieri di Siena e i nostri approfondimenti personali. Ci rivolgiamo perlopiù ad adulti e studenti universitari e ci dedichiamo anche all’italiano per giuristi, economisti (specie quando lavoriamo con imprese e professionisti) o all’italiano nella letteratura nei casi di appassionati delle lettere o quando capitino giornalisti, cosa non cosí rara come si potrebbe pensare!

Abbiamo a che fare con varie imprese internazionali che pur non offrendo tanti alunni come per inglese o tedesco, sono abbastanza interessate allo studio dell’italiano poiché hanno frequentemente forti relazioni commerciali con l’Italia o qualche sede là, o spesso sono aziende del mondo del lusso che quindi hanno continuo legame con la moda o con le importanti fiere e manifestazioni internazionali che si svolgono a Milano o in Svizzera, dove, insomma, la componente italiana si fa sentire.

Nel mercato del lavoro, è ben vista la conoscenza dell’italiano; oggigiorno i CV devono avere il più alto numero possibile di idiomi conosciuti, soprattutto qui in Spagna, dove fino a poco tempo fa non se ne studiava, per questo ai giovani sono richieste almeno due lingue straniere e quasi sempre la seconda o la terza studiata è l’italiano. Per la nostra esperienza molto spesso, l’italiano è la seconda dopo l’inglese.

Le politiche locali incentivano lo studio delle lingue, danno importanti contributi alle imprese che facciano studiare le lingue straniere ai propri dipendenti, ma forse ancora non hanno un gran occhio di riguardo per gli insegnanti autonomi; forse servirebbero incentivi e iniziative sostenute anche per noi, che però probabilmente non riusciamo ad emergere abbastanza.

Per quanto riguarda le borse di studio e gli scambi, fin dalle superiori, sono numerosissimi. Le relazioni scolastiche, accademiche tra Spagna e Italia sono molte e ben funzionanti. Ci sono i vari progetti e finanziamenti a livello europeo che sono di grande aiuto e l’interesse per studio o tirocini in Italia è davvero altissimo. (Esempio: lavoriamo in un istituto parauniversitario in una cittadina vicino a Madrid, che ogni anno manda a fare il tirocinio, avvalendosi di borse europee, a Forlì, Livorno e Genova almeno 10 studenti scelti; ogni anno per vari mesi si tiene un corso di italiano a circa 40 studenti che poi saranno selezionati, in base al superamento di una prova finale scritta e orale e alla media dei loro esami, per l’assegnazione delle borse. La stessa coordinatrice didattica studia italiano da anni.)

Da un po' di tempo abbiamo iniziato a tenere lezioni via Skype, è ovviamente più faticoso che dal vivo, ma stiamo ottenendo ottimi risultati che ci fanno sperare di allargare questo sistema con il tempo, così da poter raggiungere con l’italiano molte più aree geografiche sia in Spagna che fuori, come già ci è accaduto.

Come abbiamo specificato all’inizio, siamo due professori privati e non lavoriamo in nessuna scuola istituzionalizzata, anche se collaboriamo con alcune “academias de idiomas” spagnole che a volte hanno richieste per l’italiano. La promozione del nostro lavoro è dunque più limitata e meno visibile rispetto a quella di altri enti. Lavoriamo molto col web, stiamo terminando un nostro sito, anche se già eravamo presenti con un blog e una pagina facebook, con volantinaggio e con i metodi classici: mandare il proprio CV a tutte le aziende e/o scuole che possano esser interessate e con il passaparola.

Speriamo, nel nostro piccolo, coprendo un’area geografica ristretta e raccontando semplicemente la nostra esperienza, di aver contribuito a questa iniziativa con una testimonianza interessante sull’insegnamento dell’italiano all’estero, testimonianza di due insegnanti, tra tantissimi, che lavorano in proprio e che spesso sono dimenticati, ma che impiegano tutte le loro forze per fare bene il proprio lavoro e per trasmettere agli alunni la ricchezza della nostra lingua e della nostra cultura.

Ringraziando il Gruppo 2 per aver accolto il nostro scritto e aver avuto la pazienza di leggerci,
porgiamo i nostri piú cordiali saluti,
Sara Lenzi e Matteo Ricci Ugatti

3 commenti:

  1. Grazie Sara e Matteo, ho letto con interesse quello che avete scritto. La vostra storia di vita vissuta mi ha riempito di gioia perché vera senza retorica.
    Aspetto per questo altri racconti di avvenimenti che andrete a scrivete..
    Una calorosa stretta di mano
    Stelio Dall'Agata

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  2. Grazie Sara e Matteo, ho letto con interesse quello che avete scritto. La vostra storia di vita vissuta mi ha riempito di gioia perché vera senza retorica.
    Aspetto per questo altri racconti di avvenimenti che andrete a scrivete..
    Una calorosa stretta di mano
    Stelio Dall'Agata

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  3. Grazie a te, Stelio, per il tuo sostegno! Un abbraccio, Sara e Matteo

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